ATTIVITÀ

Secondo le indicazioni testamentarie di Remo Orseri, la Fondazione a lui intitolata è stata formalmente costituita il 18 marzo 1991 per “promuovere la reciproca conoscenza, comprensione e pacifica convivenza fra culture, religioni e popoli diversi”.
Agli inizi gran parte delle attività sono state assorbite dalle incombenze di tipo amministrativo: i componenti del Consiglio di amministrazione avevano infatti immediatamente stabilito che per garantire un efficace funzionamento della Fondazione occorreva ottenere al più resto il riconoscimento della personalità giuridica. Le indicazioni testamentarie di Remo Orseri non fornivano però l’esatta consistenza ed articolazione del patrimonio: è stato quindi necessario procedere al riordino degli ambienti di lavoro e delle carte di Orseri, provvedendo nello stesso tempo ad individuare e razionalizzare il patrimonio destinato al perseguimento dello scopo proposto dal fondatore. dei beni e potere programmare con una adeguata stabilità le attività istituzionali.
Tuttavia, sebbene le risorse economiche iniziali fossero assai modeste, il Consiglio intese anche avviare alcune attività di carattere culturale. A questo scopo venne costituito un Comitato scientifico che, in stretto raccordo con il Consiglio di amministrazione, ha provveduto a programmare le attività della Fondazione, determinandone la natura di ente culturale essenzialmente grants giving preposto al finanziamento di attività prevalentemente organizzate da altri enti, sviluppate attorno ai temi della ricerca della pace e della promozione del dialogo interculturale, mantenendo tuttavia spazi per autonome iniziative di ricerca e di studio condotte direttamente.
Con D.M. del 6 febbraio 1995 alla Fondazione è stato concesso il riconoscimento della personalità giuridica. Tale atto ha significato, nel contempo, un punto di arrivo e di partenza. Esso infatti da un lato ha costituito un riconoscimento significativo delle attività già intraprese, dall’altro ha spinto verso un maggiore impegno in vista del progressivo consolidamento del lavoro necessario per il perseguimento delle finalità statutarie. Le attività si sono sviluppate nel quadro dei seguenti indirizzi principali:

  1. Collaborazione interculturale per la pace. Sin dalla sua costituzione, la Fondazione ha inteso tradurre in pratica uno spunto di intervento proprio di Remo Orseri, secondo il quale il dialogo interculturale - ed in particolare quello interreligioso – rappresenta uno strumento privilegiato per la costruzione della pace. Il Comitato scientifico ed il Consiglio di amministrazione hanno dunque immediatamente dato corso al “Progetto Pace”, che costituisce l’asse portante degli impegni istituzionali della Fondazione. Le iniziative sviluppate all’interno di questo Progetto sono principalmente volte a promuovere l’incontro ed il confronto tra culture e religioni diverse allo scopo di migliorarne la reciproca conoscenza, promuovendo in questo modo un clima favorevole alla comprensione delle ragioni e delle radici di ciascuno. In modo particolare, la Fondazione ha collaborato alla organizzazione degli annuali Meetings "Incontri internazionali Uomini e religioni" promossi dalla omonima Associazione - che per Statuto è organicamente collegata alla Fondazione Orseri - e dalla Comunità di Sant’Egidio sin dal 1991. A questo riguardo, la Fondazione ha in più occasioni fornito un supporto di carattere culturale relativo alla strutturazione degli incontri stessi che, oltre a momenti di preghiera, prevedono la celebrazione di un convegno e momenti di studio cui hanno partecipato alte personalità del mondo culturale, religioso e politico.
    Accanto a questo supporto culturale, la Fondazione ha inoltre annualmente concesso ingenti contributi finanziari per la loro organizzazione. I meetings organizzati con il contributo della Fondazione Orseri si sono tenuti a Malta (8 - 10 ottobre 1991) “Religions for a sea of peace”, a Louvain-Bruxelles (13 - 15 settembre 1992) “Europe, religions and peace”, a Milano (19 - 22 settembre 1993) “Terra degli uomini invocazioni a Dio”, ad Assisi (11 - 13 settembre 1994) “Amici di Dio, testimoni di pace”, a Firenze (23-25 ottobre 1995) “Terra e cieli di pace”, a Roma (7-10 ottobre 1996) “La pace è il nome di Dio”, a Padova- Venezia (5-7 0ttobre 1997) “Conflitto o incontro. Religioni e culture a un bivio”; a Bucarest (30 agosto-1 settembre 1998) “Dio, uomini e popoli”, a Genova (12-14 novembre 1999) “Chiese sorelle, popoli fratelli”. In quest’ultima occasione è stata curata la Conferenza “Dialogo di fine millennio: laici e credenti”, presieduta dal professor Pietro Scoppola, cui sono intervenuti Oscar Luigi Scalfaro, Arrigo Levi, Vincenzo Paglia, Tullia Zevi.
  2. Collaborazione interculturale per il dialogo e la storia. Il Comitato scientifico ha poi evidenziato l’opportunità di promuovere ricerche e momenti di incontro che contribuiscano a realizzare un clima di confronto e di dialogo. Quest’ultimo contribuisce indirettamente al sostegno delle varie iniziative, intraprese da diverse organizzazioni, volte alla ricerca della pace. In questo senso, sono state realizzate alcune attività di studio e di ricerca: la prima di queste è stata la partecipazione al Convegno internazionale organizzato dall'Associazione Storia, uomini e religioni e dalla Università degli Studi di Napoli, tenutosi a Napoli il 22 - 24 aprile 1991 sul tema della laicità, in cui hanno tenuto due relazioni il prof. Pietro Scoppola, Presidente della Fondazione ed il prof. Andrea Riccardi, membro del Comitato scientifico.
    In seguito la Fondazione ha provveduto alla pubblicazione del volume degli atti intitolato "Il Mediterraneo nel Novecento. Religioni e Stati", edito dalla San Paolo e curato da Andrea Riccardi. Nel volume, di 357 pagine, sono raccolti i seguenti maggiori contributi: Coabitazione e conflitti tra religioni nel Mediterraneo (A. Riccardi), Musulmani, cristiani ed ebrei: coesistenza e laicità (B. Lewis), Minoranze cristiane in Medio Oriente (A. Ferré), Stato, ebraismo e confessioni religiose in Israele (C. Klein), Sviluppo comunitario copto e dinamiche di coabitazione tra cristianesimo e islam ( D. El Khawaga), Religioni e Stato nei Paesi del Maghreb (A. Charfi), Laicità e libertà religiosa nel mondo cristiano (P. Scoppola), I fondamenti dello spirito laico nell'Europa cristiana (H. Hasquin), Percorsi religiosi tra conflitto e dialogo: ebrei, cristiani, musulmani (P. Rossano), Laicità e nazione nell'Albania contemporanea (R. Morozzo della Rocca), Coabitazione tra religioni a Gerusalemme (S. Ferrari).
    In conseguenza dell’interesse sinologico proprio di Remo Orseri, che visitò in anni lontani la Cina e sulla cui storia e cultura scrisse un romanzo dal titolo “Mon ho“ - fino al 1994 la Fondazione ha sostenuto le attività dell'Associazione Tian Xia Yi Jia (Sotto il cielo una sola famiglia), con finalità di dialogo e collaborazione culturale con la Cina popolare. Il contributo economico ha consentito di organizzare una mostra di bronzi e ceramiche cinesi, realizzata in collaborazione anche con il Museo di arte cinese di Parma, che si è tenuta presso il Museo di Roma – Palazzo Braschi, dal 24 giugno al 1 luglio 1992 dal titolo “Cina: arte e religione“.
    All’interno di questo ambito, sono state poi avviate due iniziative specifiche, accomunate dalla convinzione espressa dal Comitato scientifico per la quale il dialogo interculturale non può restare un fenomeno di livello accademico, riservato ai soli addetti ai lavori, ma deve pervadere tutti gli ambiti civili e coinvolgere i diversi strati sociali della popolazione. Tenuto quindi presente il quadro generale della società attuale, è parso opportuno intraprendere iniziative di promozione del dialogo interculturale all’interno del fenomeno migratorio, che negli ultimi anni ha coinvolto in modo particolare la società europea occidentale. Quest’ultima, sentitasi “invasa da gente straniera”, ha reagito chiudendo le porte e mostrando segni di insoddisfazione, quando non anche di repressione. Al contrario, la Fondazione Orseri ha ritenuto che le ondate migratorie, formate da persone provenienti non solo dai Paesi del Terzo Mondo in cerca di lavoro ma anche da persone in fuga dalle esperienze totalitarie rappresentassero anche una sfida di carattere culturale. Esse sono state avvertite come un’insostituibile occasione di incontro con tradizioni e mentalità diverse dalle nostre; peraltro, trattandosi in molti casi di persone perseguitate, discriminate per ragioni politiche, culturali, razziali, etniche e religiose, è parso che un intervento a loro favore non solo avesse il significato di una scelta culturale precisa, ma rappresentasse anche un sostegno di tipo sociale.
    Per queste ragioni, sebbene privilegiando sempre il tratto culturale, la Fondazione ha ritenuto di potere avviare un impegno stabile di finanziamento e collaborazione alle attività della Scuola “Louis Massignon” di Roma. Si tratta di un istituto in cui si svolgono principalmente corsi di italiano per stranieri - soprattutto extracomunitari - collegati ad un centro culturale provvisto di biblioteca, emeroteca e videoteca. Sebbene gli insegnanti e gli operatori della Scuola siano tutti volontari, per garantire la completa gratuità di accesso ai corsi ed alle altre iniziative culturali, la Fondazione ha provveduto ad acquistare parte dell’arredo e degli ausili tecnologici, provvedendo inoltre regolarmente al pagamento delle spese vive ed alla fornitura del materiale didattico. A richiesta, fornisce inoltre una consulenza di carattere culturale.
    La Scuola “Massignon” è diventata con gli anni un centro di incontro culturale tra persone provenienti dalle più diverse parti del mondo: in questo modo si è ritagliata uno spazio significativo e forse unico nell’ambiente culturale cittadino, realizzando materiale didattico e culturale che, per il suo particolare pregio ed interesse, la Fondazione ha contribuito a pubblicare e diffondere (si veda in particolare il volume "L’italiano per amico", edito da La Scuola di Brescia, e giunto alla terza edizione).
    Nella stessa direzione è il sostegno ad una recente iniziativa di carattere internazionale intrapresa dalla “Comunità internazionale di Capodarco”, volta a promuovere la reciproca conoscenza tra adolescenti di varie parti del mondo, che vivono in situazioni sociali di particolare disagio. La Fondazione ha contribuito alla costituzione di una Associazione denominata “Noi ragazzi del mondo”, con sede principale a Roma, formata da ragazzi provenienti da situazioni di emarginazione sia italiani che di altre nazionalità. Una prima iniziativa della Associazione è stata l’organizzazione di un incontro in Italia nell’estate del 1996 tra adolescenti italiani, spagnoli e guatemaltechi, protagonisti di situazioni di abbandono. La Fondazione contribuisce alla realizzazione di un periodico, utile anche al collegamento tra i giovani soci, che riporta interventi, notizie e dibattiti sui temi della adolescenza e dell’emarginazione, propri ai vari ambiti culturali degli aderenti alla iniziativa.
    Nel 1997 la Fondazione ha pubblicato una ricerca storica compiuta a Roma, in ordine alle testimonianze della Shoah: un esperimento di coinvolgimento di giovani nell’ascolto, e nella successiva rielaborazione, di esperienze narrate dai sopravvissuti ("La resistenza silenziosa. Leggi razziali e occupazione nazista nella memoria degli ebrei di Roma", a cura di M. Impagliazzo e con prefazione di E. Toaff, Guerini e associati, 1997). Nel 1998 è stata infine pubblicata una raccolta antologica degli scritti di Remo Orseri sui temi della collaborazione interculturale ed interreligiosa, connessi ad una presentazione delle attività svolte dalla Fondazione e delle iniziative programmate per il prossimo futuro ("Remo Orseri e la collaborazione culturale fra i popoli", Roma, Fratelli Palombi Editore, 1998).
    Il volume è stato presentato il giorno 11 marzo 1999 in un incontro pubblico a Roma cui sono interventi Pietro Scoppola, Andrea Riccardi, Vincenzo Paglia e Arrigo Levi.
    Infine, la Fondazione ha curato la pubblicazione del volume “Como vai a saude? Come ajudar-se a si proprios e aos outros a ester bem”, (Milano, Guerini e ass., 1999). Si tratta di un volume che fornisce le informazioni per una corretta educazione sanitaria di base. Il libro verrà gratuitamente diffuso tra la popolazione africana lusofona nell’ambito di un progetto più vasto curato dall’istituto EDGE (Epidemiology Development Global Education).
  3. Collaborazione culturale con il mondo islamico. Tra i vari ambiti di interesse, il Comitato scientifico ha inteso curare con maggiore attenzione quello della collaborazione culturale con il mondo islamico. Questa scelta è stata determinata in parte dalle ragioni già esposte relative al fenomeno migratorio ed alla necessità di un confronto anche interreligioso, ed in parte dalla possibile valorizzazione delle competenze dei membri del Comitato scientifico.
    A questo riguardo la Fondazione ha sostenuto particolarmente gli incontri di studio programmati all'interno dei Meetings di cui al punto 1, collegati alle esperienze islamiche, partecipando a diversi dibattiti.
    E’ stato poi avviato un progetto per il sostegno delle attività culturali del monastero cattolico latino di Deir Mar Musa, in Siria, attivo segnatamente nella cura dei rapporti interculturali tra cristiani e musulmani, soprattutto giovani, ed in particolare europei e medio-orientali. La Fondazione ha concesso un finanziamento per permettere la ristrutturazione dell’antica biblioteca del Monastero, in cui si svolgono frequenti incontri culturali, ed è sponsor di un progetto avviato dal Monastero nell’ambito del programma Comunitario Med-Democracy.
    La Fondazione ha poi contribuito economicamente all’organizzazione del Convegno internazionale promosso dall’Università degli studi di Milano, sul tema "Lo statuto giuridico dell'Islam in Europa", tenutosi a Como il 23-25 giugno 1995. Si è trattato di un incontro scientifico di alto livello e molto significativo nel contesto degli studi attualmente in corso da parte di vari Istituti, relativi alla problematica del rapporto tra la cultura islamica e quella europea: in quella occasione affrontato nella particolare prospettiva giuridica.
    Gli atti del Convegno, editi da Il Mulino di Bologna nel 1996, sono stati presentati a Roma in un incontro moderato dal Presidente della Fondazione. Degli stessi atti, grazie al contributo economico della Fondazione, verrà pubblicata un’edizione in lingua inglese, che sarà diffusa in tutta Europa e che conterrà un saggio sulla realtà dei Paesi Bassi, assente nel volume italiano (che a sua volta contiene saggi di F. Dasetto, Il nuovo Islam europeo, E.B. Salah, La Sharia fra particolarismi ed universalità; X.M. Torron, Lo statuto giuridico dell’Islam in Spagna; B. B. Gaudemet, Lo Statuto giuridico dell’Islam in Francia; A. Ferrari, L’Islam e la Repubblica, un interrogativo per il separatismo francese; G. Robberts, Lo Statuto giuridico dell’Islam in Germania, A. Bradney, Lo Statuto giuridico dell’Islam nel regno Unito; R. Torfs, Lo Statuto giuridico dell’Islam in Belgio, S. Allievi, L’Islam in Italia: profili storici e sociologici; F. Castro, L’Islam in Italia, profili giuridici).
    Infine, sempre nella stessa linea, si annovera la concessione al prof. M. Esslimani, di nazionalità algerina, di una Borsa per il completamento dei suoi studi sui rapporti tra la cultura islamica e quella cristiana nel basso medioevo, resi possibili grazie alle ricerche svolte su fondi archivistici italiani. I risultati della ricerca sono stati pubblicati in due libri editi in lingua araba “Al-muqaddima fi usul al-fiqh” (Beyrouth, 1996), “Kitab adab al-hatib” (Beyrouth, 1996), “Kitab al-hudud fi’l-usul” (Beyrouth, 1999), che saranno presto tradotti in francese.
  4. Biblioteca e archivio "Fondo Orseri". La Fondazione ha ritenuto opportuno conservare il patrimonio librario di Remo Orseri, che riguarda testi sui più vari argomenti, espressione della vivacità culturale del fondatore (per permettere l’accesso al pubblico e la fruizione dei libri, questi sono stati versati in un Fondo autonomo costituito presso la Biblioteca della Comunità di Sant'Egidio in Roma). Inoltre, per preciso vincolo testamentario, sono state raccolti tutti gli scritti inediti di Remo Orseri, versati in un Archivio organizzato nel corso degli anni trascorsi.
    Il patrimonio librario è stato aumentato attraverso provvedendo l’acquisto di volumi relativi alle tematiche di interesse della Fondazione, particolarmente di carattere storico, di cultura islamica e di arabistica.
    E' stato inoltre attivato un fondo per i periodici, accendendo alcuni abbonamenti nuovi ed integrandone altri già in corso presso la già nominata Biblioteca.
    La Biblioteca raccoglie oggi circa 3000 volumi specialistici, oltre ad abbonamenti a più di 40 periodici, tra i quali molti stranieri, ed è sede di un archivio delle principali operazioni di peace keeping.

Seguendo le indicazioni statutarie e in diretta continuità con le attività avviate negli anni precedenti, la Fondazione Remo Orseri per la collaborazione culturale fra i popoli ha svolto il seguente programma.

  1. Collaborazione interculturale per la pace. In questa prima linea di intervento, denominata “Progetto pace” sin dalla costituzione della Fondazione, il Comitato scientifico comprende le attività promosse per la realizzazione dei Meetings “Incontri internazionali Uomini e religioni”, promossi dalla Associazione Incontri internazionali Uomini e religioni - Comunità di Sant’Egidio, statutariamente rappresentata in senso al Consiglio di amministrazione della Fondazione. In relazione all’ormai tradizionale e consueto sostegno scientifico, organizzativo ed economico collegato alla preparazione degli annuali Meetings, la Fondazione ha realizzato la seguente tavola rotonda:
    • Nell’ambito del Meeting Internazionale di Barcellona (3-5 ottobre 2010) “Vivere insieme in un tempo di crisi. Famiglia di popoli, Famiglia di Dio".:
      Mediterraneo: lo spazio dell’incontro

      Jean Claude Petit. - Presidente del Centro Nazionale della Stampa cattolica Francese, Francia
      In cui sono intervenuti:
      Ghaleb Moussa Abdalla Bader - Arcivescovo cattolico, Algeria
      Khadija Bengana - Giornalista di "Al Jazeera", Qatar
      Senén Florensa i Palau - Direttore Generale dell’Istituto Europeo del Mediterraneo, Spagna
      Mar Gregorios Yohanna Ibrahim - Metropolita ortodosso, Chiesa Sira
      Vincenzo Scotti - Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Italia
      Crescenzio Sepe - Cardinale, Arcivescovo di Napoli, Italia
    • Si è poi continuato, in collaborazione con l’Università di Pisa, il progetto “Conflitti dimenticati” ed il progetto europeo di ricerca “Ripensare oggi la difesa popolare nonviolenta”
  2. Collaborazione interculturale per il dialogo e la storia. Considerando le attività fin qui intraprese e le linee di priorità indicate in passato dal Comitato scientifico per l’attuale triennio, la Fondazione ha si è impegnata per i seguenti progetti:
    • Sostegno alla Scuola Massignon: privilegiando il tratto culturale, la Fondazione ha ritenuto di continuare l’impegno di finanziamento e collaborazione avviato alle attività della Scuola “Louis Massignon” di Roma.
      Si tratta di un istituto in cui si svolgono principalmente corsi di italiano per stranieri - soprattutto extracomunitari - collegati ad un centro culturale provvisto di biblioteca, emeroteca e videoteca.
      Sebbene gli insegnanti e gli operatori della Scuola siano tutti volontari, per garantire la completa gratuità di accesso ai corsi ed alle altre iniziative culturali, la Fondazione ha provveduto ad acquistare parte dell’arredo e degli ausili tecnologici, provvedendo inoltre regolarmente al pagamento delle spese vive ed alla fornitura del materiale didattico.
      A richiesta, la Fondazione fornisce inoltre una consulenza di carattere culturale.
      La Scuola “Massignon” è diventata con gli anni un centro di incontro culturale tra persone provenienti dalle più diverse parti del mondo: in questo modo si è ritagliata uno spazio significativo e forse unico nell’ambiente culturale cittadino, realizzando materiale didattico e culturale che, per il suo particolare pregio ed interesse, la Fondazione ha contribuito a pubblicare e diffondere. Di particolare interesse il volume L’italiano per amico, edito da La Scuola di Brescia, che nel 2002 ha visto la pubblicazione di un secondo livello - L'Italiano per Amico. Livello intermedio Corso di italiano per stranieri – e che ha avuto un grande successo.
    • La Fondazione ha poi continuato anche nel 2010 le due nuove borse di studio nate per sostenere gli studi di due giovani Rom inseriti in un percorso scolastico presso le scuole pubbliche di Roma: i due giovani hanno superato con successo l’anno scolastico trascorso.
  3. Collaborazione interculturale con il mondo islamico. Le iniziative culturali di questo settore mirano alla promozione del dialogo con la cultura islamica, non solo e non tanto sotto il profilo religioso, ma anche in relazione alle altre espressioni culturali islamiche, sia letterarie e artistiche in genere, sia collegate con le scienze sociali. Tale linea di intervento si colloca in un quadro di maggiore attenzione ai rapporti tra mondo islamico e mondo occidentale alla luce delle attuali prospettive sociali.
    Sotto il primo punto di vista, la Fondazione ha mantenuto nel 2010 il collegamento con il Monastero di Deir Mar Musa.
    Da diversi anni al Fondazione collabora col Monastero cristiano di Mar Musa, situato in Siria presso Damasco, dove vive un’originale comunità monastica votata, tra l’altro, all’incontro col mondo islamico ed alla reciproca collaborazione fra cristiani e musulmani. La comunità monastica è un segno concreto della possibile pacifica convivenza tra cristiani e musulmani in terra islamica. La rinascita del monastero è stata possibile grazie alla tenacia di p. Paolo Dall’Oglio, un gesuita italiano attorno al quale si è raccolta una piccola comunità di uomini e donne provenienti da varie parti del mondo.
    La ricostruzione materiale del monastero si deve anche al contributo economico del Ministero italiano degli affari esteri, che ha colto in questa iniziativa un possibile segnale di distensione e collaborazione con un Paese di fondamentale importanza per la politica mediorientale. Il monastero non è solo un luogo di preghiera. La sua rinascita ha prodotto un forte rinnovamento della vita sociale della zona, nella quale sono stati avviati alcuni programmi di sviluppo agrario, destinati a consentire la coltivazione e la pastorizia in luoghi desertici. Tale connessione di scopi ha favorito l’effettiva riconciliazione tra le comunità cristiane e musulmane, per le quali il monastero di Mar Musa è tornato ad essere un simbolo di condivisione e riconciliazione.
    Per questi motivi il monastero è diventato un luogo privilegiato del dibattito culturale, specie nel campo islamocristiano, ed è periodicamente sede di incontri di studio. I monaci, inoltre, curano un’importante biblioteca specializzata. I contributi economici della Fondazione, pertanto, sono stati prevalentemente indirizzati al sostegno di quest’ultima iniziativa.
    Si segnala anche che il monastero riceve il sostegno economico dell’Unione europea, nell’ambito del programma per la diffusione della democrazia nel Mediterraneo (denominato "Med democracy").
    La Fondazione proseguendo il suo contributo ha avviato un progetto per la realizzazione del sito web del monastero. La costruzione di questo sito vorrebbe perseguire due obiettivi principali: favorire la creazione di una comunità virtuale che si affianchi a quella reale che già vive a Mar Musa; facilitare la vita di quest’ultima con la creazione di una rete di sensibilizzazione sui progetti in corso, sui campi di lavoro e gli stages formativi, sulle necessità pratiche della comunità. Inoltre, si sta realizzando il catalogo informatico della biblioteca, rendendolo disponibile in rete insieme a quello della Fondazione.
  4. La Biblioteca Remo Orseri. L’attuale biblioteca Remo Orseri nasce nel 1998 dalla Fondazione Remo Orseri, allo scopo di promuovere in particolare la produzione sui temi della pace e della collaborazione culturale tra i popoli. In precedenza, la Fondazione disponeva di un patrimonio librario proveniente dal fondo personale di Remo Orseri. Si trattava di alcune centinaia di volumi riconducibili a vari soggetti, tra cui emergeva un discreto numero di testi relativi alla conoscenza dell’arte e della cultura dei popoli e delle religioni mondiali. Tuttavia, non si ritenne opportuno mettere a disposizione del pubblico un patrimonio così eterogeneo e proprio per questo poco fruibile. Nel 1998, a seguito di un accordo intercorso con la Comunità di Sant’Egidio, la Fondazione ha acquisito in comodato gratuito una parte del patrimonio librario conservato presso la biblioteca della Comunità, che è così diventata parte integrante dei fondi della biblioteca Remo Orseri. Alla sua direzione è stato preposto il Segretario Generale della Fondazione, coadiuvato da personale esperto. Contestualmente, la Biblioteca è stata aperta al pubblico. Da questo momento la Biblioteca ha intrapreso una politica di acquisizione, accrescendo in numero e in prestigio il proprio patrimonio che comprende, tra l’altro, alcune collezioni complete di riviste sia in corso, sia esaurite e quindi di difficile reperimento. Nel 2005 la Biblioteca si è trasferita nei prestigiosi locali del Palazzo Leopardi, sito in Piazza Santa Maria in Trastevere. Nel 2006 si è realizzato il collegamento in SBN nel polo che fa riferimento alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
    Nel 2010 la biblioteca ha continuato il progetto di educazione alla lettura e alla convivenza in collaborazione con alcune scuole romane denominato “LEGGERE IL MONDO: INCONTRO CON “ALTRE” LETTERATURE”: gli studenti si sono recati in visita alla biblioteca e hanno utilizzato i materiali a disposizione per avviare una riflessione sugli argomenti dell’educazione alla pace e alla non violenza.
    LEGGERE IL MONDO: INCONTRO CON “ALTRE” LETTERATURE
    Le attività culturali offerte dalla Biblioteca “Orseri per la pace” sono rivolte a classi o gruppi di classi allo scopo di far conoscere, attraverso libri, film tratti da opere letterarie e testimonianze la ricchezza delle culture “altre” nell’intento di sostenere una cultura del rispetto e dell’accoglienza. E’ per questo motivo che il “contenitore” LEGGERE IL MONDO propone la lettura di opere di altre letterature ma anche testi che facciano riflettere sul valore e la ricchezza di chi si ritiene diverso da sé. Allo stesso tempo la Fondazione Orseri propone la presentazione di volumi alla presenza degli autori, aperti alla città e a chiunque voglia discutere e comprendere.
    I percorsi culturali prevedono di anno in anno la proposta di lettura nei gruppi –classe di testi di letteratura africana , asiatica, latinoamericana e dei Paesi dell’Est europeo, e testi sulla cultura Rom.
    Accanto a questi temi vengono proposti agli insegnanti, nella fase preparatoria, anche temi come la Pena di Morte nel mondo, le guerre in Africa, la memoria della Shoah.
    Lo scopo è far conoscere ed apprezzare la diversità attraverso l’incontro con autori o esperti delle materie presentate e di far riflettere su tematiche importanti per la formazione umana e culturale degli studenti.
    Non ultimo, vi è l’obiettivo di educare alla lettura suscitando interesse e curiosità sui temi accennati. Questo lavoro imprime nei giovani il desiderio di conoscere e di avvicinarsi al libro con meno sospetto e preferendolo almeno in parte ad altre forme di conoscenza più facile ed immediata come quella data dalla navigazione in rete web.
    Le diverse attività culturali e di promozione della lettura prevedono un incontro in biblioteca in cui vengono illustrati i libri di cui si propone la lettura personale o comune, un secondo incontro a scuola o in una struttura specializzata sul tema, un terzo incontro di sintesi del lavoro svolto, con presentazione di elaborati, materiali multimediali prodotti, ecc., in cui viene coinvolta tutta la scuola o le classi attigue a quelle che hanno effettuato l’attività culturale, o il proprio quartiere o altri ambienti a cui si desidera comunicare il risultato di tale lavoro.
    Alcuni percorsi proposti
    • PERCORSO 1 - AFRICA!
      Letture, musica, film in biblioteca e a scuola
    • PERCORSO 2 - IL CONTINENTE ASIATICO: la Cina
      La Cina lontana e la Cina tra noi
      Lettura di libri di autori cinesi contemporanei e incontro con studenti cinesi a Roma. Proiezione di un power-point su cultura e tradizioni cinesi.
    • PERCORSO 3 - Le guerre in Africa: “la guerra è la madre di tutte le povertà”
      La maggior parte delle guerre del mondo è in Africa, e colpiscono in maniera pesante soprattutto i bambini. Dalla lettura di testi sui bambini soldato emerge tutta la durezza e la sofferenza su intere generazioni di bambini a cui viene rubata l’infanzia e la vita.
    • PERCORSO 4 - La pena di morte: una barbarie da cancellare dalla storia. L'atlante della pena di morte
      Lettura di testi antichi e moderni, da Beccaria a “Non c’è giustizia senza vita” di M. Marazziti, a “Patiboli di carta” di A. Salvati, per riflettere su un tema cruciale per la nostra civiltà.
    • PERCORSO 5 - La memoria della Shoah
      Ogni anno gruppi di classi e di utenti della biblioteca si soffermano sulla memoria della Shoah, che a Roma ha un suo momento particolare il 16 ottobre, memoria di quel 16 ottobre ’43 in cui furono deportate verso Auschwitz più di mille persone di religione ebraica, uomini, donne, anziani, malati, bambini. Solo 16 tornarono indietro. Tra loro Settimia Spizzichino, una delle due donne superstiti, che ha vissuto la sua vita come il dovere di ricordare alle nuove generazioni l’abisso del male.
      L’iniziativa si svolge nella “Biblioteca Orseri per la pace” e nella attigua Sala Conferenze, proponendo filmati e la lettura di alcuni brani del libro di Settimia Spizzichino “Gli anni rubati”.
      Settimia Spizzichino: il dovere della memoria
      "Ci sono cose che tutti vogliono dimenticare. Ma io no. Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz: due anni in Polonia (e in Germania), due inverni, e in Polonia l’inverno è inverno sul serio, è un assassino.., anche se non è stato il freddo la cosa peggiore.
      Tutto questo è parte della mia vita e soprattutto è parte della vita di tanti altri che dai Lager non sono usciti. E a queste persone io devo il ricordo: devo ricordare per raccontare anche la loro storia. L’ho giurato quando sono tornata a casa; e questo mio proposito si è rafforzato in tutti questi anni, specialmente ogni volta che qualcuno osa dire che tutto ciò non è mai accaduto, che non è vero.
      Ho una buona memoria. E poi quei due anni li ho raccontati tante volte: ai giornalisti, alla televisione, ai politici, ai ragazzi delle scuole durante i molti viaggi che ho fatto per accompagnarli ad Auschwitz... anche se non sempre sono entrata nei particolari.
      Ad Auschwitz si desidera tornare - anche molti di quei ragazzi lo desiderano - e a qualcuno sembra strano. Ma perché? È come andare al cimitero a portare un fiore e una preghiera. - Raccontavo sul pullman che ci portava in Polonia. È sul pullman che si parla, quando si arriva ad Auschwitz parla la guida e parlano le cose. Le poche che sono rimaste. C’è un museo, ma i forni crematori, le camere a gas, le costruzioni in muratura sono state distrutte. La prima volta che ci sono tornata ho provato più delusione che emozione, non riconoscevo il posto.
      In questi cinquant’anni trascorsi da allora sono stata spesso sollecitata a scrivere questo libro.
      E io lo volevo fare; ma c’erano ancora i parenti di quelle che sono rimaste là, i genitori, i fratelli, i mariti, i figli delle mie compagne del gruppo di lavoro. Quarantotto eravamo, e sono uscita viva soltanto io. Molte di loro le ho viste morire, di altre so che fine hanno fatto. Come raccontare a una madre, a un padre, che la loro figlia di vent’anni è morta di cancrena per le botte ricevute da una Kapò? Come descrivere la pazzia di alcune di quelle ragazze a coloro che le amavano? Adesso molti dei genitori, dei fratelli, dei mariti, non ci sono più; le ferite non sono più così fresche. A quelli che restano spero di non fare troppo male. Ma adesso devo mantenere la promessa che ho fatto a quarantasette ragazze che sono morte ad Auschwitz, le mie compagne di lavoro. E a tutti gli altri milioni di morti dei Lager nazisti.
      Di quel gruppo faceva parte anche mia sorella Giuditta. Giuditta, così bella, così fragile, deportata assieme a me il 16 ottobre 1943. Giuditta, causa involontaria della cattura mia e della mia famiglia."
      (Dal libro "Gli anni rubati" di Settimia Spizzichino)
    • PERCORSO 6 - Convivere
      Il tema della convivenza tra diversi nella città assume un’importanza sempre più nodale, ed è per questo che è necessario educare all’incontro con l’altro senza paure e pregiudizi. La proposta di parti di testi specifici, come “Il caso zingari”, o di libri come “Carovana tra le pagine” serve ad aiutare i giovani ad avvicinarsi a queste tematiche con simpatia e curiosità.
      Un momento utile alla riflessione degli insegnati è la presentazione del volume “Tutti a scuola” di G.M Sabatino sull’ inclusione scolastica degli alunni immigrati a Roma che mostra esperienze positive di convivenza.

Nel triennio 2008-2010 la Fondazione Remo Orseri per la collaborazione culturale fra i popoli si propone di svolgere il seguente programma in diretta continuità con quanto finora già realizzato.

  1. Collaborazione interculturale per la pace. In questa prima linea di intervento, denominata “Progetto pace” sin dalla costituzione della Fondazione, il Comitato scientifico comprende le attività promosse per la realizzazione dei Meetings “Incontri internazionali Uomini e religioni”, religioni”, promossi dalla Associazione Incontri internazionali Uomini e religioni - Comunità di Sant’Egidio, statutariamente rappresentata in senso al Consiglio di amministrazione della Fondazione.
    In relazione all’ormai tradizionale e consueto sostegno scientifico, organizzativo ed economico collegato alla preparazione degli annuali Meetings, il Comitato scientifico si propone anche per gli anni futuri di curare direttamente uno o più momenti di studio collocati all’interno del Convegno, insistendo sui temi che maggiormente riflettono i fini istituzionali della Fondazione: ossia le problematiche legate allo sviluppo di una cultura di pace fondata in senso laico sulla tolleranza e sul confronto fra tradizioni culturali diverse. Si intende poi continuare, in collaborazione con l'Università di Pisa, il progetto "Conflitti dimenticati" ed il progetto europeo di ricerca "Ripensare oggi la difesa popolare nonviolenta".
    Si intende poi sviluppare il sostengno intrapreso al progetto "Scuole della Pace nell'Africa Occidentale": nato seguendo con attenzione la situazione internazionale e particolarmente l'evolversi delle realtà africane la Fondazione dal 2003 ha deciso di sostenere questo interessante progetto volto alla prevenzione dell' esclusione sociale e all'integrazione delle diverse popolazioni presenti in alcuni Stati dell'Africa Occidentale, alla promozione deel diritto alla scuola e alla formazione per la creazione di una cultura della coabitazione di questa travagliata regione.
    Dopo aver sostenuto il programma DREAM, un approccio globale per curare l'AIDS in Africa, la Fondazione intende sostenere attraverso una serie di borse di studio la formazione di alcuni medici nell'Africa sub-sahariana.
  2. Collaborazione interculturale per il dialogo e la storia. Considerando le attività fin qui intraprese e le linee di priorità indicate in passato dal Comitato scientifico per il prossimo triennio, la Fondazione intende a) mantenere le iniziative già avviate con la Scuola Massignon, e con l'Associazione Welcom Onlus, e con la Scuola di Italiano della Caritas Diocesana di Roma b) avviare nuovi progetti di collaborazione per il dialogo all'interno del progetto "Valori laici e valori religiosi in Europa".
    In quest'ambito la Fondazione intende avviare una nuova linea di riflessione sui processi di integrazione europea, intesi nella loro dinamica mediterranea (ossia allargata agli altri Paesi che, pur senza essere geograficamente collegati all'Europa, si affacciano sul Mediterraneo).
    Si precisa che qualora si prospettassero motivate esigenze, i progetti appena indicati potranno essere modificati, come potrà essere possibile escludere alcuni interventi o inserirne di nuovi.
  3. Collaborazione interculturale con il mondo islamico. Le iniziative culturali di questo settore mirano alla promozione del dialogo con la cultura islamica, non solo e non tanto sotto il profilo religioso, ma anche in relazione alle altre espressioni culturali islamiche, sia letterarie e artistiche in genere, sia collegate con le scienze sociali. Tale linea di intervento si colloca in un quadro di maggiore attenzione ai rapporti tra mondo islamico e mondo occidentale alla luce delle attuali prospettive sociali.
    Sotto il primo punto di vista, la Fondazione manterrà il collegamento con il Monastero di Deir Mar Musa, in Siria, con il quale si sta definendo un progetto di più stretta collaborazione, anche immaginando forme di supporto di carattere multimediale.
    Sotto il secondo punto di vista, la Fondazione intende invece curare direttamente la realizzazione di ricerche storiche, anche attraverso l’erogazione di borse di studio e di ricerca, e la promozione di una sezione specialistica della Biblioteca.
    Inoltre dopo la collaborazione intercorsa con "La Gregoriana" e L'Istituto Maritain per l'organizzazione del corso per diplomatici dei paesi islamici, la Fondazione sta valutando ulteriori collaborazioni con i suddetti enti.
  4. Traduzioni. In considerazione della già avviata forma di intervento relativa alla traduzione di libri destinati ad essere diffusi in ambiti più vasti rispetto a quelli di originaria edizione, il Comitato scientifico si propone di mantenere il servizio di traduzione già avviato.
    Il Comitato scientifico ritiene infatti che lo strumento della traduzione sviluppi e promuova in modo specifico la collaborazione interculturale. Per questa ragione si potranno curare, tanto direttamente quanto sostenendo economicamente l’impegno di terze persone, traduzioni di vario genere, accordando tuttavia la preferenza alla traduzione di lavori o studi che riflettono maggiormente gli interessi della Fondazione.
  5. "Scuole della pace nell'africa Occidenzale". Seguendo con attenzione la situazione internazionale e particolarmente l'evolversi della realtà delTerzo Mondo la fondazione ha deciso di sostenere anche nel triennio 2008-10 il seguente progetto volto alla prevenzione dell' esclusione sociale e all' integrazione delle diverse popolazioni presenti in alcuni Stati dell' africa Occidentale.
    Descrizione del progetto:
    SCUOLE della PACE: promozione del diritto alla scuola e alla formazione per la creazione di una cultura della coabitazione in Africa Occidentale
    Temi prioritari affrontati:
    • Sostegno all'educazione dei minori più deprivati socialmente e culturalmente, con particolare riguardo all'integrazione ed al reinserimento nel contesto familiare dei bambini di strada
    • Formazione dei giovani perchè siano promotori di una società civile democratica, pluralista e solidale con le fasce sociali più deboli
    • Promozione e protezione dei diritti del bambino
    • Sostegno alle misure che mirano a lottare contro il razzismo e la xenofobia e a proteggere le minoranze e i popoli indigeni
    1.2 Luogo
    Costa d'Avorio: Abidjan, Grand Bassam, Tabou, Yamoussoukro
    Burkina Faso: Ouagadougou, Bobo Dioulasso
    1.3 Durata del progetto
    Il progetto si articola nell'arco di 36 mesi.
    1.4 Descrizione Sintetica
    Il progetto seguente, ha come obiettivo di promuovere una cultura della coabitazione e della pace in zone di attuale tensione etnico-sociale attraverso la formazione di giovani generazioni. La suddetta formazione riguarderà il diritto dei minori alla scolarizzazione, il reinserimento dei bambini di strada nel contesto sociale, la preparazione delle giovani generazioni per favorirne l'inserimento lavorativo. Tale formazione avrà luogo in collaborazione con le "Scuole della Pace" che si indirizzano ai bambini ivoriani e burkinabè di ambienti urbani ad alta tensione sociale rappresentano il gruppo principale a cui è rivolto il progetto che indirettamente si rivolge ai bambini dei quartieri urbani disagiati. Attività previste: formazione ai diritti dell' infanzia, educazione alla pace e alla solidarietà, azioni di concreta solidarietà, nelle scuole della Pace, coinvolgimento nelle attività di bambini di strada, corsi di formazione per giovani, attività della Casa di Abidjan
    1.5 Obiettivi
    Il progetto parte da una considerazione: i giovani sono diventati il principale "bersaglio" delle nuove tensioni sociali riguardanti i due paesi. Generalmente si tratta di generazioni nate in un contesto urbano dove i punti di riferimento sono deboli o inesistenti. Il senso di sradicamento del precedente contesto rurale è fortemente sentito dalle giovani generazioni e dagli adolescenti (anche se non coscientemente); le conseguenze sono un indebolimento del legame sociale (reso più dalla situazione economica che non consente di prevedere dei percorsi di integrazione) soprattutto nelle nuove generazioni, con la tendenza di molti minorenni ad abbandonare le loro famiglie e a vivere in strada. Purtroppo tutto ciò rappresenta una condizione ideale per l'emergere di tensioni e conflitti. Attraverso il presente progetto si mira all'obiettivo generale di sradicare questa deriva violenta con l'educazione delle giovani generazioni alla coabitazione pacifica tra le etnie e al rispetto dei diritti delle minoranze, condizioni essenziali per la pace e lo sviluppo nei paesi presi in considerazione.
    Per ottenere questo risultato sono stati programmati degli obiettivi da raggiungere:
    • Spiegazione al gruppo di giovani interessato dei punti chiave del progetto.
    • Acquisizione delle nozioni di base dei diritti dell'infanzia.
    • Sviluppo della solidarietà attraverso un interesse concreto per le situazioni marginalizzate e attività in loco negli ambienti più problematici delle città prese in considerazione.
    • Integrazione dei bambini di strada nelle attività delle scuole della pace e sostegno al loro reinserimento nel contesto familiare.
    • Formazione dei giovani alla coabitazione per renderli promulgatori del rispetto dei diritti dell'infanzia.
    • Insegnare la coabitazione ai minori ai quali è rivolto il progetto.
    • Promozione dell'uguaglianza delle possibilità con un attenzione particolare alla condizione di vita delle donne e degli stranieri.
    • Comprensione della importanza fondamentale della conoscenza dell'altro, in particolare il rafforzamento delle relazioni tra i differenti gruppi etnici e nazionali all' interno delle società in questione, dove esiste oggi la tendenza a creare nuove barriere interne utilizzando spesso un insieme di fattori politici, religiosi e razziali.
    • Ristabilire le ragioni della coabitazionetra ivoriani e burkinabè
    • Formazione dei giovani a propagandare le nozioni acquisite attraverso le azioni di sostengno dei bambini disagiati delle Scuole dalla Pace.
    • Incontri periodici tra i differenti gruppi sociali e religiosi presenti sul territorio, particolarmente tra cristiani cattolici e protestanti e tra musulmani e harristi.
    • Manifestazioni per la difesa dei diritti dell'infanzia nei diversi quartieri delle città dove si svolge il progetto.
    • Acquisizione da parte del gruppo a cui è rivolto il progetto delle modalità concrete di trasmissione dei diritti della persona umana attraverso il rapporto diretto con i minori.
    • Protezione delle lingue locali e, allo stesso tempo, scambi tra le differenti culture, per la costruzione di un quadro regionale integrato.
    • Sensibilizzazione e partecipazione alla compagna per la moratoria della pena di morte.
    1.6 Motivazioni
    Il progetto stabilisce uno schema articolato, composto da corsi di formazione uniti ad azioni concrete che possano raccogliere un numero significativo di giovani ivoriani e burkinabè nelle città più sensibili a fenomeni di intolleranza. Il progetto include la partecipazione di giovani Burkinabè, viventi in costa d'Avorio e di giovani Burkinabè che vivono in Burkina faso per iscriversi in un ampio quadro cobitativo, senza tuttavia disprezzare il senso di identità nazionale. Il progetto ha come finalità non solamente una attività di formazione e sensibilizzazione teorica, ma anche un attività di azione concreta sul campo, che possa condurre i giovani a mettere in pratica ciò che apprendono, impegnandosi in un processo di coabitazione reale e non solamente astratta. Il modo migliore per insegnare il rispetto dei diritti dell'altro è aiutare a gioirne e ad impegnarsi per difenderli (connessione/solidarietà/coabitazione). L'idea è quella di indirizzarsi soprattutto ai giovani urbanizzati (adolescenti,studenti di scuole superiori,giovani lavoratori e giovani disoccupati),allo stesso tempo potenziali quadri e potenziali respinti delle società, ivoriana e Burkinabè. In questo modo l'impato del progetto può essere reso più forte sull'ambiente. Lo scambio inter-etnico e tra i due gruppi nazionali è privilegiato da modi comuni di formazione ordinaria e di sessioni plenarie. È per questo che oltre ai momenti di formazione-scambio-conoscenza reciproca, il progetto prevede in attività volontaria dei gruppi di giovani con i bambini poveri delle loro rispettive società affinchè tocchino concretamente le cause e le conseguenze (dunque le ragioni profonde) del malessere sociale e il legame sociale possa essere ricostruito. Per questo le sessioni di formazione e le attività sono sempre multietniche con dei momenti di confronto tra tutti i partecipanti al progetto.
    (a) Identificazione dei bisogni e delle tensioni nei paesi destinatari del progetto. a causa di ragioni politiche, da qualche anno (ma sopprattutto a partire dal 1999), nella società ivoriana è cresciuta l'intolleranza nei confronti degli stranieri (o supposti tali) presenti sul territorio. Si tratta del Paese dell'Africa occidentale con il più alto tasso di presenza straniera (un terzo della popolazione totale). Il gruppo maggiormente preso di mira è quello Burkinabè, con più di un milione di persone,spesso presenti già da molto tempo in Costa d'Avorio. Alla fine del 1999 la tensione ha causato l'esodo di massa di più di 20.000 Burkinabè della regione di Tabou (ad Ovest della Costa d'Avorio). Ci sono state anche delle vittime. Ma il conflitto sociale più grave è avvenuto nell'Ottobre 2000 con degli scontri sopratutto ad abidjan che hanno provocato centinaia di vittime (feriti o morti) e l'insorgere di una crescente ostilità trà ivotiani e burkinabè, che persiste tutt'oggi. Gli attori di questi avvenimanti sono sempre dei giovani. Le vittime di questi scontri sono sempre anch'essi giovani o bambini, in particolare i più poveri, cioè coloro che non hanno i mezzi per fuggire o rimpatriare. È importante sottolineare la notevole ricaduta del progetto nell'educazione all'autonomia della società civile che darà luogo al sorgere di iniziative associative.
  6. Borse di Studio. A seguito delle positive esperienze degli scorsi anni (diversi giovani sostenuti nel percorso di studi superiori e universitari in apaesi dell' Est Europa e dell'Africa), la Fondazione intende sostenere attraverso borse di studio l'attività universitaria di un gruppo di giovanni Mozambicani per il futuro triennio.
  7. Biblioteca e archivi. L'attuale biblioteca Remo Orseri nasce nel 1998 dalla Fondazione Remo Orseri, allo scopo di promuovere in particolare la produzione sui temi della pace e della collaborazione culturale tra i popoli. In precedenza, la Fondazione disponeva di un patrimonio librario proveniente dal fondo personale di Remo Orseri. Si trattava di alcune centinaia di volumi riconducibili a vari soggetti, tra cui emergeva un discreto numero di testi relativi alla conoscenza dell'arte e della cultura dei popoli e delle religioni mondiali. Tuttavia, non si ritenne opportuno mettere a disposizione del pubblico un patrimonio così eterogeneo e proprio per questo poco fluibile. Nel 1998, a seguito di un accordo intercorso con la Comuinità di Sant'Egidio, la Fondazione ha acquisito in comodato gratuito una parte del patrimonio librario conservato presso la biblioteca della comunità, che è così diventata parte integrante dei fondi della biblioteca Remo Orseri. Alla sua direzione è stato preposto il Segretario Generale della fondazione, coadiuvato da personale esperto. Contestualmente, la biblioteca è stata aperta al pubblico. Da questo momento la biblioteca ha intrapreso una politica di acquisizione, accrescendo in numero e in prestigio il proprio patrimonio che comprende, tra l'altro, alcune collezioni complete di riviste sia in corso, sia esaurite e quindi di difficile reperimento. Nel 2005 la Biblioteca si è trasferita nei prestigiosi locali del Palazzo Leopardi, sito in Piazza Santa Maria in Trastevere. Nel 2006 si è realizzato il collegamento in SBN nel polo che fà riferimento alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.Dopo la novità importante che ha coinvolto la Biblioteca nel 2006-07 (costituita nel lancio di un progetto di neducazione alla pace in collaborazione con alcune scuole romane) la Fondazione intende sviluppare nel triennio a venire questo tipo di programma ampliando le proprie dotazioni specifiche nel campo dell'educazione alla pace, del dialogo e della non-violenza. Inoltre intende approfondire in maniera specifica le problematiche relative all' Intercultura e all' inserimento sociale, con particolare attenhzione alle pubblicazioni e iniziative culturali in tal senso.
    II.I cataloghi
    Per agevolare la consultazione da parte del pubblico si è provveduto ad informatizzare il catalogo provvedendo all'unificazione dei vari fondi librari in un catalogo unico. L'operazione è avvenuta in varie fasi. Anzi tutto si è effettuata una riconversione dei dati informatizzati di cui disponeva il fondo della Comunità di Sant'Egidio; si è quindi provveduto alla catalogazione informatizzata ex novo del fondo personale di Remo Orseri e delle nuove acquisizioni. Il catalogo unificato è ora disponibile sia in forma cartacea, secondo l'ordine alfabetico per autori e per materie, sia in via informatica, dove è possibile effettuare ricerche più approfondite per autori (principali e secondari), titoli, materie e soggetti (fino ad un massimo di tre). L'intero catalogo (libri e periodici) è consultabile anche sul sito internet della Fondazione dov'è in corso di attivazione un servizio che segnala le nuove acquisizioni, corredato da una breve recensione del testo. Lo stesso servizio è disponibile in forma cartacea presso la sala di consultazione della Biblioteca stessa.
    III.Il patrimonio biografico della Biblioteca
    1. Sezioni e sotto-sezioni
    Per quanto riguarda il fondo personale di Remo Orseri, si è preferito valorizzarne l'originalità mantenendone inalterata la sua collocazione specifica. Sono state poi individuate sette sezioni principali per la suddivisione del restante materiale bibliografico, tenendo conto sia del soggetto del libro sia della sua posizione cronologica all'interno della produzione bibliografica italiana e straniera .
    Le sezioni sono:
    1) Arte e cultura dei popoli
    2) Ecumenismo e dialogo
    3) Pace sviluppo diritti dei popoli
    4) Pensiero e cultura del Novecento
    5) Società e cultura occidentale
    6) Uomini e donne di pace
    7) Enciclopedie e Dizionari
    Ogni sezione è stata suddivisa in ulteriori sotto-sezioni secondo gli argomenti trattati, con l'individuazione di parole chiave che fungono da vettori di una ricerca per soggetto, secondo lo schema seguente:
    Ecumenismo e dialogo - Parole chiave:
    Buddismo
    Chiesa contemporanea
    Chiesa cattolica
    Chiese evangeliche
    Chiese orientali
    Sikh
    Confucianesimo
    Spiritualità
    Dialogo
    Spiritualità orientale
    Ebraismo
    Storia della Chiesa
    Induismo
    Taoismo
    Islam
    Terra santa
    Liturgia
    Valdesi
    Movimenti
    Religioni africane
    Pace sviluppo diritti dei popoli - Parole chiave:
    Afganistan
    Africa
    Algeria
    America centrale
    America merdidionale
    Angola
    Argentina
    Balcani
    Cile
    Colombia
    Colonialismo
    Corea
    Cristianesimo
    Cuba
    Diritti umani
    Educazione alla pace
    Egitto
    El Salvador
    Fame
    Filippine
    Geopolitica
    Ghana
    Giappone
    Globalizzazione
    Guatemala
    Guyana
    India
    Medio oriente
    Messico
    Militarismo
    missioni
    Mozambico
    Multiculturalismo
    Nicaragua
    Nuova Guinea
    Onu
    Perù
    Polonia
    Poveri
    Razzismo
    Religioni
    Riconciliazione
    Solidarietà
    Sudafrica
    Tanzania
    Tortura
    Tunisia
    Turchia
    Uganda
    Venezuela
    Vietnam
    Zambia
    Pensiero e cultura del Novecento - Parole chiave:
    Arte
    Costume
    Etica
    Filosofia
    Italia
    Letteratura
    Medicina
    Psicologia
    Socialismo
    Sociologia
    Storia moderna
    Teologia
    Società e cultura occidentale - Parole chiave:
    Ambiente
    Antropologia
    Belgio
    Canada
    Cecoslovacchia
    Chiesa cattolica
    Emigrazione
    Europa occidentale
    Europa orientale
    Filosofia
    Francia
    Germania
    Gran Bretagna
    Guerra
    Immigrazione
    italia
    Laicità
    Letteratura
    Nazismo
    Olanda
    Pace
    Polonia
    Portogallo
    Questione femminile
    Questore nucleare
    Sessualità
    Socialismo
    Sociologia
    Spagna
    Stati Uniti
    Storia contemporanea
    Steriografia
    Terrorismo
    Ungheria
    Ungheria
    2. Descrizione del patrimonio bibliografico
    A. Arte e cultura dei popoli
    Sotto questa sezione sono collocati tutti i volumi che offrono una panoramica delle espressioni e culturali dei popoli. Si segnala la presenza di un discreto numero di raccolte fotografiche e cataloghi che documentano la produzione artistica europea occidentale e orientale, ma anche africana, asiatica e delle Americhe.
    B. Ecumenismo e dialogo
    Si tratta della sezione più ricca, in cui sono confluiti tutti i testi delle grandi religioni mondiali. Il fondo sul cristianesimo inteso in tutte le sue diverse denominazioni, comprende studi teologici e saggi di storia sociale e religiosa. La sezione, inoltre, comprende un discreto numero di testi sulle altre grandi religioni monotiste: l'ebraismo e l'islam. Accanto a questo filone maggioritario, è stato individuato un corpus di volumi sulle altre religioni mondiali (buddismo, induismo, ecc.). Una posizione particolare occupano in questa sezione gli studi sul dialogo e la comparazione tra le religioni, particolarmente interessanti per sviluppare una delle finalità statuarie della Fondazione, cioè quella dell'incontro tra culture e popoli diversi.
    C. Pace sviluppo dei popoli
    Oltre ad un ampia serie di monografie e di studi sui diversi paesi in via di sviluppo, sono state definite alcune suddivisioni come "Educazione alla pace", "Diritti umani", "Razzismo". In questo modo si è voluto porre l'accento un altro aspetto importante delle finalità istituzionali della Biblioteca, valorizzando il materiale bibliografico che documenta la diversità e la problematica di mondi differenti e dell'incontro tra questi e la cultura occidentale.
    D. Pensiero e cultura del Novecento
    Si tratta di una sezione non soggetta ad accrescimento, comprensiva dei testi che in vario modo documentano la produzione culturale, politica, etica, filosofica e scientifica relativa al Novecento. Oltre a grandi opere di storia e storiografia, essa comprende la documentazione sulle maggiori ideologie e dottrine politiche sorte nel corso del secolo, con perticolare attenzione alla corrente socialista. Un altro consistente numero di volumi documenta la sociologia, specialmente urbana, e i fenomeni legati all'industrializzazione e modernizzazione delle città europee occidentali, con particolare riguardo alla posizione delle fasce più emarginate della società: anziani, minori, handicappati, immigrati, ecc.
    E. Società e cultura occidentale
    In questa sezione sono raccolti i volumi che descrivono le varie caratteristiche delle società occidentali e ne testimoniano l'evoluzione, soprattutto sotto l'ottica del suo rapporto con le altre culture. In particolare, sono documentate nuove tematiche, come quella della globalizzazione, della tutela ambientale, o problematiche di grande impatto sociale, come quella del razzismo e dell'immigrazione, strettamente connesse con lo sviluppo delle moderne società post-industriali. Oltre alla documentazione storica e storiografica sulla civiltà occidentale, la sezione da spazio all'approfondimento di alcuni temi specifici, quali il problema della guerra e della pace, o quello della pena di morte di cui si documentano gli ultimi sviluppi del dibattito intellettuale. È altresì documentata la posizione della Chiesa cattolica nei confronti delle moderne società occidentali, con particolare riguardo alla formazione della dottrina sociale. E' stata ampliata la parte relativa alla documentazione sul dibattito tra i valori laici e religiosi che caratterizzano lo sviluppo recente delle società occidentali. E' interesse precipuo della Fondazione, infatti, documentare la portata di tale dibattito e contribuire alla sua elaborazione per rispondere alle esigenze di incontro e dialogo tra mondi culturali differenti. Un'altra sotto-sezione in via di espansione è quella dedicata allo studio dei problemi legati alla nascita di società multiculturali e multireligiose, con lo stabilizzarsi della presenza degli immigrati stranieri nelle città occidentali.
    F. Uomini e donne di pace
    L'identificazione di una sezione dedicata agli uomini e alle donne di pace si è resa necessaria per sottolineare l'interesse della Fondazione Remo Orseri per la costruzione della pace e del dialogo nelle collaborazioni tra genti diverse. Si tratta di una sezione formata per lo più di nuove accessioni e che è in via di espansione. Essa si ripropone di raccogliere la più ampia documentazione possibile sulle figure che hanno contribuito alla creazione di ponti tra culture e religioni diverse, nello spirito della vicenda umana e personale dello stesso Remo Orseri.
    IV.La sezione periodici
    La sezione periodici si compone di due parti. la prima è costituita da un fondo chiuso comprendente collezioni, alcune complete, di riviste non più in corso di pubblicazione, mentre la seconda comprende le pubblicazioni periodiche di cui la Biblioteca gestisce direttamente la presenza. Il fondo chiuso è costituito prevalentemente dall'acquisizione proveniente dalla biblioteca della Comunità di Sant'Egidio. Di questo fondo non esisteva un inventario precedente alla donazione. Si è pertanto ricevuto alla sua analisi e catalogazione informatizzata e cartacea, nonchè alla sua sistemazione in una posizione idonea nei depositi librari. La Biblioteca gestisce direttamente la presenza di ottanta periodici, italiani ed esteri. Si tratta di pubblicazioni periodiche di attualità e studio che riguardano principalmente i temi statuari della pace e della collaborazione tra popoli di cultura e religione diverse. Tali periodici hanno tre diversi modi di acquisizione: abbonamenti diretti della Fondazione, gestione di abbonamenti altrui (comunità di Sant'Egidio e altre associazioni), riviste che giungono a titolo gratuito. Di queste ultime è operata una selezione tematica per trattenere soltanto quelle di maggiore richiesta da parte degli utenti della biblioteca. E' disponibile per via telematica la possibilità di consultare anche le pubblicazioni periodiche presenti su internet.
    V.Servizi offerti al pubblico
    Finora la Biblioteca ha messo a disposizione del pubblico i fondi dei libri e dei periodici. In sala lettura è possibile avere accesso diretto ai periodici correnti e le annate passate di alcune delle riviste più richieste. Sono altresì esposte direttamente al pubblico alcune opere a carattere enciclopedico e i dizionari delle principali lingue straniere. E' stato possibile consultare direttamente in sala lettura anche i libri appartenenti alla sezione "arte e cultura dei popoli", nonchè una collezione di guide turistiche sull'Italia e il resto del mondo. I cataloghi, per materie e per autori, sono esposti in sala lettura. Gli utenti, con l'ausilio del personale di sala, hanno la possibilitè di accedere all'archivio informatico della Biblioteca per effettuare ricerche più specifiche. È possibile la consultazione in loco di tutti i libri di cui gli utenti hanno necessità, previa compilazione di un apposito modulo. Il prestito è consentito su autorizzazione della direzione per i volumi non particolarmente rari e anche per le annate fuori corso dei periodici. Il personale di sala offre anche consulenza bibliografica sui temi della pace e della collaborazione tra i popoli, nonchè sulle possibilità di accedere ad altra documentazione per via telematica. In sala lettura vengono anche esposte le nuove acquisizioni librarie della Biblioteca. Di norma, le acquisizioni sono escluse dal prestito per la durata dell'esposizione in sala lettura. È possibile segnalare i desiderata riguardanti libri o periodici direttamente al personale di sala che darà all'utente personale comunicazione circa la possibilità di accoglimento della proposta da parte della Biblioteca.