Secondo le indicazioni testamentarie di Remo Orseri, la Fondazione a lui intitolata è stata formalmente costituita il 18 marzo 1991 per “promuovere la reciproca conoscenza, comprensione e pacifica convivenza fra culture, religioni e popoli diversi”.
Agli inizi gran parte delle attività sono state assorbite dalle incombenze di tipo amministrativo: i componenti del Consiglio di amministrazione avevano infatti immediatamente stabilito che per garantire un efficace funzionamento della Fondazione occorreva ottenere al più resto il riconoscimento della personalità giuridica. Le indicazioni testamentarie di Remo Orseri non fornivano però l’esatta consistenza ed articolazione del patrimonio: è stato quindi necessario procedere al riordino degli ambienti di lavoro e delle carte di Orseri, provvedendo nello stesso tempo ad individuare e razionalizzare il patrimonio destinato al perseguimento dello scopo proposto dal fondatore. dei beni e potere programmare con una adeguata stabilità le attività istituzionali.
Tuttavia, sebbene le risorse economiche iniziali fossero assai modeste, il Consiglio intese anche avviare alcune attività di carattere culturale. A questo scopo venne costituito un Comitato scientifico che, in stretto raccordo con il Consiglio di amministrazione, ha provveduto a programmare le attività della Fondazione, determinandone la natura di ente culturale essenzialmente grants giving preposto al finanziamento di attività prevalentemente organizzate da altri enti, sviluppate attorno ai temi della ricerca della pace e della promozione del dialogo interculturale, mantenendo tuttavia spazi per autonome iniziative di ricerca e di studio condotte direttamente.
Con D.M. del 6 febbraio 1995 alla Fondazione è stato concesso il riconoscimento della personalità giuridica. Tale atto ha significato, nel contempo, un punto di arrivo e di partenza. Esso infatti da un lato ha costituito un riconoscimento significativo delle attività già intraprese, dall’altro ha spinto verso un maggiore impegno in vista del progressivo consolidamento del lavoro necessario per il perseguimento delle finalità statutarie. Le attività si sono sviluppate nel quadro dei seguenti indirizzi principali:
- Collaborazione interculturale per la pace. Sin dalla sua costituzione, la Fondazione ha inteso tradurre in pratica uno spunto di intervento proprio di Remo Orseri, secondo il quale il dialogo interculturale - ed in particolare quello interreligioso – rappresenta uno strumento privilegiato per la costruzione della pace. Il Comitato scientifico ed il Consiglio di amministrazione hanno dunque immediatamente dato corso al “Progetto Pace”, che costituisce l’asse portante degli impegni istituzionali della Fondazione. Le iniziative sviluppate all’interno di questo Progetto sono principalmente volte a promuovere l’incontro ed il confronto tra culture e religioni diverse allo scopo di migliorarne la reciproca conoscenza, promuovendo in questo modo un clima favorevole alla comprensione delle ragioni e delle radici di ciascuno. In modo particolare, la Fondazione ha collaborato alla organizzazione degli annuali Meetings "Incontri internazionali Uomini e religioni" promossi dalla omonima Associazione - che per Statuto è organicamente collegata alla Fondazione Orseri - e dalla Comunità di Sant’Egidio sin dal 1991. A questo riguardo, la Fondazione ha in più occasioni fornito un supporto di carattere culturale relativo alla strutturazione degli incontri stessi che, oltre a momenti di preghiera, prevedono la celebrazione di un convegno e momenti di studio cui hanno partecipato alte personalità del mondo culturale, religioso e politico.
Accanto a questo supporto culturale, la Fondazione ha inoltre annualmente concesso ingenti contributi finanziari per la loro organizzazione. I meetings organizzati con il contributo della Fondazione Orseri si sono tenuti a Malta (8 - 10 ottobre 1991) “Religions for a sea of peace”, a Louvain-Bruxelles (13 - 15 settembre 1992) “Europe, religions and peace”, a Milano (19 - 22 settembre 1993) “Terra degli uomini invocazioni a Dio”, ad Assisi (11 - 13 settembre 1994) “Amici di Dio, testimoni di pace”, a Firenze (23-25 ottobre 1995) “Terra e cieli di pace”, a Roma (7-10 ottobre 1996) “La pace è il nome di Dio”, a Padova- Venezia (5-7 0ttobre 1997) “Conflitto o incontro. Religioni e culture a un bivio”; a Bucarest (30 agosto-1 settembre 1998) “Dio, uomini e popoli”, a Genova (12-14 novembre 1999) “Chiese sorelle, popoli fratelli”. In quest’ultima occasione è stata curata la Conferenza “Dialogo di fine millennio: laici e credenti”, presieduta dal professor Pietro Scoppola, cui sono intervenuti Oscar Luigi Scalfaro, Arrigo Levi, Vincenzo Paglia, Tullia Zevi.
- Collaborazione interculturale per il dialogo e la storia. Il Comitato scientifico ha poi evidenziato l’opportunità di promuovere ricerche e momenti di incontro che contribuiscano a realizzare un clima di confronto e di dialogo. Quest’ultimo contribuisce indirettamente al sostegno delle varie iniziative, intraprese da diverse organizzazioni, volte alla ricerca della pace. In questo senso, sono state realizzate alcune attività di studio e di ricerca: la prima di queste è stata la partecipazione al Convegno internazionale organizzato dall'Associazione Storia, uomini e religioni e dalla Università degli Studi di Napoli, tenutosi a Napoli il 22 - 24 aprile 1991 sul tema della laicità, in cui hanno tenuto due relazioni il prof. Pietro Scoppola, Presidente della Fondazione ed il prof. Andrea Riccardi, membro del Comitato scientifico.
In seguito la Fondazione ha provveduto alla pubblicazione del volume degli atti intitolato "Il Mediterraneo nel Novecento. Religioni e Stati", edito dalla San Paolo e curato da Andrea Riccardi. Nel volume, di 357 pagine, sono raccolti i seguenti maggiori contributi: Coabitazione e conflitti tra religioni nel Mediterraneo (A. Riccardi), Musulmani, cristiani ed ebrei: coesistenza e laicità (B. Lewis), Minoranze cristiane in Medio Oriente (A. Ferré), Stato, ebraismo e confessioni religiose in Israele (C. Klein), Sviluppo comunitario copto e dinamiche di coabitazione tra cristianesimo e islam ( D. El Khawaga), Religioni e Stato nei Paesi del Maghreb (A. Charfi), Laicità e libertà religiosa nel mondo cristiano (P. Scoppola), I fondamenti dello spirito laico nell'Europa cristiana (H. Hasquin), Percorsi religiosi tra conflitto e dialogo: ebrei, cristiani, musulmani (P. Rossano), Laicità e nazione nell'Albania contemporanea (R. Morozzo della Rocca), Coabitazione tra religioni a Gerusalemme (S. Ferrari).
In conseguenza dell’interesse sinologico proprio di Remo Orseri, che visitò in anni lontani la Cina e sulla cui storia e cultura scrisse un romanzo dal titolo “Mon ho“ - fino al 1994 la Fondazione ha sostenuto le attività dell'Associazione Tian Xia Yi Jia (Sotto il cielo una sola famiglia), con finalità di dialogo e collaborazione culturale con la Cina popolare. Il contributo economico ha consentito di organizzare una mostra di bronzi e ceramiche cinesi, realizzata in collaborazione anche con il Museo di arte cinese di Parma, che si è tenuta presso il Museo di Roma – Palazzo Braschi, dal 24 giugno al 1 luglio 1992 dal titolo “Cina: arte e religione“.
All’interno di questo ambito, sono state poi avviate due iniziative specifiche, accomunate dalla convinzione espressa dal Comitato scientifico per la quale il dialogo interculturale non può restare un fenomeno di livello accademico, riservato ai soli addetti ai lavori, ma deve pervadere tutti gli ambiti civili e coinvolgere i diversi strati sociali della popolazione. Tenuto quindi presente il quadro generale della società attuale, è parso opportuno intraprendere iniziative di promozione del dialogo interculturale all’interno del fenomeno migratorio, che negli ultimi anni ha coinvolto in modo particolare la società europea occidentale. Quest’ultima, sentitasi “invasa da gente straniera”, ha reagito chiudendo le porte e mostrando segni di insoddisfazione, quando non anche di repressione. Al contrario, la Fondazione Orseri ha ritenuto che le ondate migratorie, formate da persone provenienti non solo dai Paesi del Terzo Mondo in cerca di lavoro ma anche da persone in fuga dalle esperienze totalitarie rappresentassero anche una sfida di carattere culturale. Esse sono state avvertite come un’insostituibile occasione di incontro con tradizioni e mentalità diverse dalle nostre; peraltro, trattandosi in molti casi di persone perseguitate, discriminate per ragioni politiche, culturali, razziali, etniche e religiose, è parso che un intervento a loro favore non solo avesse il significato di una scelta culturale precisa, ma rappresentasse anche un sostegno di tipo sociale.
Per queste ragioni, sebbene privilegiando sempre il tratto culturale, la Fondazione ha ritenuto di potere avviare un impegno stabile di finanziamento e collaborazione alle attività della Scuola “Louis Massignon” di Roma. Si tratta di un istituto in cui si svolgono principalmente corsi di italiano per stranieri - soprattutto extracomunitari - collegati ad un centro culturale provvisto di biblioteca, emeroteca e videoteca. Sebbene gli insegnanti e gli operatori della Scuola siano tutti volontari, per garantire la completa gratuità di accesso ai corsi ed alle altre iniziative culturali, la Fondazione ha provveduto ad acquistare parte dell’arredo e degli ausili tecnologici, provvedendo inoltre regolarmente al pagamento delle spese vive ed alla fornitura del materiale didattico. A richiesta, fornisce inoltre una consulenza di carattere culturale.
La Scuola “Massignon” è diventata con gli anni un centro di incontro culturale tra persone provenienti dalle più diverse parti del mondo: in questo modo si è ritagliata uno spazio significativo e forse unico nell’ambiente culturale cittadino, realizzando materiale didattico e culturale che, per il suo particolare pregio ed interesse, la Fondazione ha contribuito a pubblicare e diffondere (si veda in particolare il volume "L’italiano per amico", edito da La Scuola di Brescia, e giunto alla terza edizione).
Nella stessa direzione è il sostegno ad una recente iniziativa di carattere internazionale intrapresa dalla “Comunità internazionale di Capodarco”, volta a promuovere la reciproca conoscenza tra adolescenti di varie parti del mondo, che vivono in situazioni sociali di particolare disagio. La Fondazione ha contribuito alla costituzione di una Associazione denominata “Noi ragazzi del mondo”, con sede principale a Roma, formata da ragazzi provenienti da situazioni di emarginazione sia italiani che di altre nazionalità. Una prima iniziativa della Associazione è stata l’organizzazione di un incontro in Italia nell’estate del 1996 tra adolescenti italiani, spagnoli e guatemaltechi, protagonisti di situazioni di abbandono. La Fondazione contribuisce alla realizzazione di un periodico, utile anche al collegamento tra i giovani soci, che riporta interventi, notizie e dibattiti sui temi della adolescenza e dell’emarginazione, propri ai vari ambiti culturali degli aderenti alla iniziativa.
Nel 1997 la Fondazione ha pubblicato una ricerca storica compiuta a Roma, in ordine alle testimonianze della Shoah: un esperimento di coinvolgimento di giovani nell’ascolto, e nella successiva rielaborazione, di esperienze narrate dai sopravvissuti ("La resistenza silenziosa. Leggi razziali e occupazione nazista nella memoria degli ebrei di Roma", a cura di M. Impagliazzo e con prefazione di E. Toaff, Guerini e associati, 1997). Nel 1998 è stata infine pubblicata una raccolta antologica degli scritti di Remo Orseri sui temi della collaborazione interculturale ed interreligiosa, connessi ad una presentazione delle attività svolte dalla Fondazione e delle iniziative programmate per il prossimo futuro ("Remo Orseri e la collaborazione culturale fra i popoli", Roma, Fratelli Palombi Editore, 1998).
Il volume è stato presentato il giorno 11 marzo 1999 in un incontro pubblico a Roma cui sono interventi Pietro Scoppola, Andrea Riccardi, Vincenzo Paglia e Arrigo Levi.
Infine, la Fondazione ha curato la pubblicazione del volume “Como vai a saude? Come ajudar-se a si proprios e aos outros a ester bem”, (Milano, Guerini e ass., 1999). Si tratta di un volume che fornisce le informazioni per una corretta educazione sanitaria di base. Il libro verrà gratuitamente diffuso tra la popolazione africana lusofona nell’ambito di un progetto più vasto curato dall’istituto EDGE (Epidemiology Development Global Education).
- Collaborazione culturale con il mondo islamico. Tra i vari ambiti di interesse, il Comitato scientifico ha inteso curare con maggiore attenzione quello della collaborazione culturale con il mondo islamico. Questa scelta è stata determinata in parte dalle ragioni già esposte relative al fenomeno migratorio ed alla necessità di un confronto anche interreligioso, ed in parte dalla possibile valorizzazione delle competenze dei membri del Comitato scientifico.
A questo riguardo la Fondazione ha sostenuto particolarmente gli incontri di studio programmati all'interno dei Meetings di cui al punto 1, collegati alle esperienze islamiche, partecipando a diversi dibattiti.
E’ stato poi avviato un progetto per il sostegno delle attività culturali del monastero cattolico latino di Deir Mar Musa, in Siria, attivo segnatamente nella cura dei rapporti interculturali tra cristiani e musulmani, soprattutto giovani, ed in particolare europei e medio-orientali. La Fondazione ha concesso un finanziamento per permettere la ristrutturazione dell’antica biblioteca del Monastero, in cui si svolgono frequenti incontri culturali, ed è sponsor di un progetto avviato dal Monastero nell’ambito del programma Comunitario Med-Democracy.
La Fondazione ha poi contribuito economicamente all’organizzazione del Convegno internazionale promosso dall’Università degli studi di Milano, sul tema "Lo statuto giuridico dell'Islam in Europa", tenutosi a Como il 23-25 giugno 1995. Si è trattato di un incontro scientifico di alto livello e molto significativo nel contesto degli studi attualmente in corso da parte di vari Istituti, relativi alla problematica del rapporto tra la cultura islamica e quella europea: in quella occasione affrontato nella particolare prospettiva giuridica.
Gli atti del Convegno, editi da Il Mulino di Bologna nel 1996, sono stati presentati a Roma in un incontro moderato dal Presidente della Fondazione. Degli stessi atti, grazie al contributo economico della Fondazione, verrà pubblicata un’edizione in lingua inglese, che sarà diffusa in tutta Europa e che conterrà un saggio sulla realtà dei Paesi Bassi, assente nel volume italiano (che a sua volta contiene saggi di F. Dasetto, Il nuovo Islam europeo, E.B. Salah, La Sharia fra particolarismi ed universalità; X.M. Torron, Lo statuto giuridico dell’Islam in Spagna; B. B. Gaudemet, Lo Statuto giuridico dell’Islam in Francia; A. Ferrari, L’Islam e la Repubblica, un interrogativo per il separatismo francese; G. Robberts, Lo Statuto giuridico dell’Islam in Germania, A. Bradney, Lo Statuto giuridico dell’Islam nel regno Unito; R. Torfs, Lo Statuto giuridico dell’Islam in Belgio, S. Allievi, L’Islam in Italia: profili storici e sociologici; F. Castro, L’Islam in Italia, profili giuridici).
Infine, sempre nella stessa linea, si annovera la concessione al prof. M. Esslimani, di nazionalità algerina, di una Borsa per il completamento dei suoi studi sui rapporti tra la cultura islamica e quella cristiana nel basso medioevo, resi possibili grazie alle ricerche svolte su fondi archivistici italiani. I risultati della ricerca sono stati pubblicati in due libri editi in lingua araba “Al-muqaddima fi usul al-fiqh” (Beyrouth, 1996), “Kitab adab al-hatib” (Beyrouth, 1996), “Kitab al-hudud fi’l-usul” (Beyrouth, 1999), che saranno presto tradotti in francese.
- Biblioteca e archivio "Fondo Orseri". La Fondazione ha ritenuto opportuno conservare il patrimonio librario di Remo Orseri, che riguarda testi sui più vari argomenti, espressione della vivacità culturale del fondatore (per permettere l’accesso al pubblico e la fruizione dei libri, questi sono stati versati in un Fondo autonomo costituito presso la Biblioteca della Comunità di Sant'Egidio in Roma). Inoltre, per preciso vincolo testamentario, sono state raccolti tutti gli scritti inediti di Remo Orseri, versati in un Archivio organizzato nel corso degli anni trascorsi.
Il patrimonio librario è stato aumentato attraverso provvedendo l’acquisto di volumi relativi alle tematiche di interesse della Fondazione, particolarmente di carattere storico, di cultura islamica e di arabistica.
E' stato inoltre attivato un fondo per i periodici, accendendo alcuni abbonamenti nuovi ed integrandone altri già in corso presso la già nominata Biblioteca.
La Biblioteca raccoglie oggi circa 3000 volumi specialistici, oltre ad abbonamenti a più di 40 periodici, tra i quali molti stranieri, ed è sede di un archivio delle principali operazioni di peace keeping.